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Sulla cima del Monte Erice, situato sulla costa occidentale della Sicilia, sorge l’antica città di Erice. Questo borgo medievale domina il paesaggio, offrendo una vista mozzafiato che spazia dalle Isole Egadi a sud-ovest fino a Castellammare del Golfo e al Monte Cofano. A 751 metri sul livello del mare, la sua posizione strategica ha affascinato visitatori sin dai tempi antichi.
Passeggiando per le strade lastricate e i muri di pietra di Erice, si percepisce un’atmosfera sospesa nel tempo. Il borgo ha conservato intatto il suo fascino medievale, con cortili fioriti nascosti dietro antiche mura, creando un’esperienza di immersione completa nel passato.
Le architetture di Erice sono un viaggio attraverso le epoche: dal barocco di eleganti balconi al gotico della maestosa Chiesa Madre, dalle imponenti strutture normanne alle linee rinascimentali del Quattrocento. La nebbia che spesso avvolge le strade e le pinete circostanti amplifica la sensazione di trovarsi in un luogo quasi incantato.
I panorami che si aprono da ogni punto del borgo sono spettacolari: da un lato, la città di Trapani e le sue saline, con lo sfondo delle Egadi; dall’altro, la costa che si estende fino a San Vito Lo Capo e oltre, fino a Ustica. Nei giorni più limpidi, si possono persino scorgere l’isola di Pantelleria e Capo Bon in Tunisia.
Le origini di Erice sono legate a miti e leggende. Conosciuta come Iruka dagli Elimi, Erech dai Cartaginesi e Eryx da Greci e Romani, la città è da sempre associata al culto della Dea Venere. Si narra che il figlio di Afrodite, Erice, abbia fondato la città e costruito un tempio in onore della madre.
Il tempio di Venere Ericina era un luogo di pellegrinaggio per marinai e viaggiatori, che offrivano doni alla dea in cambio di protezione. Dedalo, secondo il mito, avrebbe persino creato un ariete d’oro in omaggio alla dea. Il culto della Venere di Erice fu tanto importante da attrarre l’attenzione dei Romani, che, dopo aver sconfitto i Cartaginesi, ricostruirono il tempio e fecero di Erice un luogo di grande prestigio.
Nel corso dei secoli, Erice ha visto il passaggio di molte civiltà, dai Bizantini ai Saraceni, che la chiamarono Gebel al Hamid, fino ai Normanni, con Ruggero d’Altavilla che la ribattezzò Monte San Giuliano. Ognuna di queste culture ha lasciato il proprio segno su questo borgo unico, che oggi rappresenta uno dei più suggestivi angoli della Sicilia.
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